domenica 28 febbraio 2010
Tra Febbraio e Marzo
Domani sarà già ora di pensare a Marzo, che anche a lui piacciono i dispetti, da fare agli altri, però.
Intanto, prima di chiudere, un bel BATTIMANI, da parte di tutti , al nuovo collaboratore CARLO Clari, giuntoci con qualche piccola incertezza, ma ora già entusiasta di noi. Tanto per informare l'altro CARLO, quello d'Ancona,inseritosi da tempo, e tutti gli altri nostri blogghisti, LUI è un entusiasta di libri vecchi,se non proprio antichi, capace di individuarne, nei validi mercatini, di rari e validissimi. Dunque -- Ben arrivato -- tra il resto del gruppo -blog G and G-. GBM
giovedì 25 febbraio 2010
Alla fine di Febbraio
Chi poi fosse la "canucera" ben lo dicono i folcloristi, grandi studiosi,che sanno tutto e, rifacendosi alla mitologia greca e romana, la identificano nella parca Atrope che, con la conocchia in mano, filava il filo della vita, fino a che, nell'impreciso attimo di un particolare giorno, il filo non si rompeva.
SURTERSTIZIONI E ANTICHE USANZE.
Un tempo, più di ora, sacro e profano convivevano e regolavano la vita affettiva e lavorativa di tante comunità, soprattutto quelle di campagna.
Nelle nostre cucine romagnole si trovava frequentemente il ferro di cavallo accanto alla palma pasquale, oppure la foto di Mazzini e Garibaldi vicino all’immagine di S. Antonio Abate.
Perciò, insieme al rito del rosario serale, si coltivavano anche antiche credenze che bene o male influenzavano la vita quotidiana.
Per esempio , allacciandomi all’ultimo argomento , il maiale, vi era l’usanza di non fare il pane nel giorno della sua uccisione perché non sarebbe lievitato, oppure non veniva ucciso nei giorni 13 e 17 e nemmeno nel primo quarto di luna perché le carni non si sarebbero conservate.
Ora che viene marzo, chi vuole, secondo una antica credenza, può propiziare la salute al marito tagliandogli una ciocca di capelli il primo venerdì del mese e conservandola per tutto l’anno.
Erano più che altro forme di scaramanzia , per propiziarsi la fortuna e scongiurare il malocchio degli invidiosi , un maleficio un tempo molto temuto.
Naturalmente a volte non funzionavano come ci si aspettava , come avvenne a quel contadino del forlivese che su pressione della moglie legò il resto bruciacchiato del ceppo natalizio alla prima vite del filare per scongiurare, diceva la superstizione , i campi dalla grandine.
Quell’anno fu terribile, cadde la grandine più volte rovinando tutto e il rito del ceppo non lo fece mai più.
Ora spero che continui Franco con le sue superstizioni marchigiane…….
Saluti. G.
domenica 21 febbraio 2010
ANCORA SUL MAIALE
Veramente spassoso il poemetto raccontato da Franco , e abilissimi gli Osimani nell’aver vinta la battaglia e nell’aver saputo trarre così tanto beneficio nello scambio di prigionieri.
È vero, un tempo i maiali erano causa di denunce , vendette e ruberie perché erano allevati allo stato brado e se i porcari non erano attenti , potevano essere rubati oppure fare incursioni nei campi coltivati e scatenare vere e proprie faide tra paesi e comunità .
Anche nel nostro territorio di S. Mauro, il maiale è sempre stato presente , grazie all’esistenza di una selva che si estendeva per molti ettari fino al mare e che era ricca di querce e pascoli , luogo ideale e conveniente per l’allevamento brado.
Nelle nostre cronache si possono leggere antichi contratti fatti a questo scopo: già nel lontano 1443 un certo Sante di Donegaglia vende , a due allevatori di Giovedia, 100 porcellini da ingrasso che si era procurati a Fano . Al termine dell’allevamento avrebbero diviso 50 maiali a testa.
Più tardi le leggi diventarono più restrittive a causa dei conflitti causati appunto dai danni dei maiali selvatici e al riguardo avevo anche io alcune storie curiose ma ….adesso non le trovo.,.,.,!!
Comunque nei nostri statuti medievali si cerca almeno di regolamentarne l’allevamento in paese dove: “nessuno poteva tenere più di una scrofa e vi erano pene pecuniarie per chi lasciava liberi i maiali per le strade”.
Leggi certamente disattese se ancora alla fine del 1600 e nel 1780 un’ordinanza diceva: “che niuno possa tenere porci vagabondi per la città , né legati per strade o vicoli, ma chiusi nei porcili distanti
dalle vie ……Se qualche porco sarà trovato errante per la città, si avrà perduto e applicato a chi se lo piglierà”.
Bene o male, dunque , il maiale è sempre stata una presenza costante nelle nostre campagne : nella tenuta Torre , nella contabilità dell’anno 1890 , sono registrati 31 scrofe, 2 verri e 130 maiali da ingrasso. Dalle 31 scrofe ogni anno nascevano da 200 a 250 maialetti , parte allevati nella tenuta e parte venduti a tre- quattro mesi d’età.
Diceva Winston Churchill che “i cani si ritengono inferiori all’uomo, i gatti superiori , i maiali uguali”. Forse allora non sbaglia chi lo definisce “quasi un cristiano” come in questa storia sammaurese.:
“Alcuni amici erano andati in una osteria di montagna, dispersa tra i calanchi e appena entrati videro alzarsi da un angolo un bel maiale che aveva appena fatto la sua dormitina.
Guardè, guardè, l’a una gamba didrì ‘d’legn!
E rugèt eun fasend sal mèni di gran segn.
Quand ch’lavnèt e’ padroun a purtè e’ voin ,
la prima roba chi i’ dmandèt e fu dla gamba de’ bagoin,
e leu: ah, e nost Vreglio,l’è propri cmè un cris-cen,
ai vlem un ben ch’a staresmi sempra insèn,
in fameja ai sem tott acsè tachè,
ch’a se magnem un pez a la volta par faèl durè.”
Saluti e alla prossima…Giovanna.
martedì 16 febbraio 2010
Post scriptum
Martedì grasso
domenica 14 febbraio 2010
ringraziamento
sabato 13 febbraio 2010
FEBBRAIO E IL CARNEVALE
“Febrèr scutignòus,chèurt e capriciòus”, (febbraio tignoso, corto e capriccioso ),”Fèbrajul febrajet, curtignul e maledet”, “ se febrèr un fabrarèza(non fa breccia) maèrz e pensa maèl”.
Sono proverbi che la dicono tutta sulla fama di questo mese , che a volte è il più duro dell’inverno, malgrado sia il più corto.
E l’inverno una volta era tempo di stenti, di fame e di malattie e non si vedeva l’ora che finisse.
Uno spiraglio di ottimismo lo troviamo il 14 : “per S. Valentino, fiorisce lo spino” o “S. Valentin, la lodla la fa e nidìn”, ma subito qualche spirito realista ammonisce: “S. Mattia, la neve per la via”.
Questo mese, però, è favorevole alla semina di alcune piante da foraggio, tanto che: “chi vuole un buon erbaio, lo semini a febbraio” , mentre “ pioggia di febbraio, empie il granaio”.
Questo mese così incerto ha una nota positiva nel Carnevale,festa pagana per eccellenza, che la Chiesa , non essendo riuscita ad estirpare, ha tollerato cercando di limitarne gli eccessi.
In un “avviso al popolo “ del 1931 il parroco di Gatteo così si rivolge ai fedeli : si fa obbligo di non partecipare ai balli pubblici e si raccomanda moderazione nel divertimento, temperanza nel vino e modestia nel vestire.Difficile credere che tutti i suoi parrocchiani abbiano ubbidito…..
Per carnevale tutti vogliono divertirsi, si va a trebbo , si gioca e ci si diverte in tutte le case , specialmente dove ci sono dei giovani o delle ragazze da marito.
Anche i più poveri facevano mangiate grasse con piadina fritta, salsiccia e carne di maiale . Preparavano dolci semplici e poveri come le cantarelle e le castagnole e vino cotto (brulè) e si riunivano nelle cucine o nelle stalle in compagnia a scherzare, ballare e a giocare a carte.
Insomma il carnevale è sempre stato un periodo di confusione voluta e a volte trasgressiva , per togliersi sfizi mai concessi durante l’anno per toppa povertà, oppure per prendersi qualche rivincita sulle autorità. In fondo , come dice il proverbio : “ Carnevale viene solo una volta all’anno!”
Ad ogni modo ogni località aveva le sue usanze ,i suoi dolci e le sue tradizioni .
C’era chi si mascherava con indumenti rimediati , chi ballava nelle piazze e nelle aie intorno ai fuochi e chi, come a S. Pancrazio , nel comune di Russi , organizzava dei gran veglioni : negli anni
“20, durante il carnevale ne erano previsti tre consecutivi : le danze iniziavano alle 15 del pomeriggio e finivano alle due della mattina dopo.
Buon Carnevale a tutti, allora , e saluti da Giovanna.
domenica 7 febbraio 2010
SANTA APOLLONIA vergine e martire
Saluti a tutti, oggi parliamo di Santa Apollonia.
Santa Apollonia si festeggia il 9 febbraio , e nonostante non si sappia quasi nulla sulla sua vita, e la Chiesa non le dia gran riconoscimento , il suo culto ha sempre trovato largo consenso popolare.
Apollonia nasce ad Alessandria D’Egitto alla fine del secondo secolo e qui conduce vita esemplare facendo opere di carità all’interno della locale comunità cristiana.
Quando nella città vi fu una persecuzione contro i cristiani, venne percossa e perse i denti, o, secondo la tradizione, le vennero estirpati con delle tenaglie.
Poi venne acceso un fuoco e fu minacciata di bruciarla viva se non avesse pronunciato parole empie contro la religione cristiana, ma riuscì a liberarsi e si gettò nel rogo di sua volontà per non dover tradire la propria fede.
Il suo culto si estese prima in Oriente e poi in Occidente , e viene raffigurata con la palma del martirio e con la tenaglia usata dagli aguzzini per strapparle i denti.
Per questo, S. A pollonia, è riconosciuta come protettrice dei dentisti e invocata contro le malattie dei denti e della bocca.
Viene festeggiata a Catania , Cantù , Camponogara , Ariccia , e, vicino a noi, a Bellaria , dove già dall’inizio del secolo scorso si teneva una Fiera molto conosciuta in tutto il circondario.
Infatti, alla Messa Solenne in onore della Santa, partecipava molta gente dei paesi vicini.
Si facevano sfilate di ragazze in costumi ornati di pizzi e a questo proposito un detto popolare ricordava che “ Chi vuol vedere le belle ragazze di Bellaria , alla festa di Santa Apollonia deve andare “.
Poi si tenevano balli e veglioni , mescolando come sempre sacro e profano, dato che la Festa di
Santa Apollonia coincideva con i giorni del Carnevale, la festa più trasgressiva e accattivante dell’anno , che faceva dimenticare il freddo , la fame e gli stenti dell’inverno.
A presto . Giovanna.
sabato 6 febbraio 2010
Aspettando Santa Apollonia.....
Un saluto agli amici del blog da Giovanna.
In attesa del ritorno di Grazia, e di parlare un pò della festa di Santa Apollonia , vorrei tornare alle nevicate di queste settimane.
Quest'anno ne abbiamo avute di copiose, come non se ne vedevano da tempo.
Una volta, invece, la neve era una normale conseguenza dell'inverno e non creava tanti disagi come ora, che siamo tutti auto-dipendenti ....
Nelle campagne i lavori erano fermi , i contadini si chiudevano in casa, nelle stalle, al caldo del fiato delle bestie e passavano le giornate a fare cesti ,attrezzi o riparazioni.
In quanto alle donne, lavoro ce n'era sempre :cucire ,tessere, filare , rammendare...
Anche in paese non ci si lamentava più di tanto, gli uomini liberavano il passaggio davanti a casa e a piedi si andava dappertutto.
A proposito di neve, e per dire come un tempo si era contenti di poco, c'era l'usanza di raccoglierla e pressarla nei bicchieri e di aggiungervi chi vino , chi sapa o savour e gustarla come vera goloseria.
La nevicata più famosa rimane quella del 1929, conosciuto da allora in poi come "l'anno del nevone".
Il 9 febbraio cominciò a nevicare e durò ininterrottamente per diversi giorni.
La neve paralizzò tutto e si racconta che in certi punti il vento creò ammassi di oltre due metri, tanto che furono scavate addirittura delle gallerie per permettere alla gente di uscire di casa.
In certi punti la neve si sciolse solo a maggio e sembra che in quell'anno la produzione di grano sia stata eccezionale.
Nevicate così non si sono più viste dalle nostre parti, anche se ve ne furono notevoli nel 1940 , per Natale; nel 1942 ; nel dicembre 1946 ; nel gennaio- febbraio 1956 e nel 1960 con 40 cm. di neve che a causa del gran freddo rimase intatta a lungo.
Noi , quest'anno di neve ne abbiamo avuta, e speriamo che "febbraietto , corto e maledetto " ci risparmi la sua parte....
Un saluto a tutti. Giovanna.
mercoledì 3 febbraio 2010
San Biagio l'Armeno
Cari amici, ci sarebbero altri racconti, ma li lasciamo in sospeso per una prossima puntata, dal momento che il GG Blog ha bisogno di un attimo di vacanza a....Cortina - dicono i lettori-. No! bensì in giro per MOSTRE, e ciò per potere poi darvene contezza...ovvero potervi riferire tutto. Salutissimi e a prersto. G.and G.