domenica 16 maggio 2010

GLI SCARIOLANTI


Franco ci ha regalato questa immagine, a corredo di quanto scriverà. buona lettura! G.

7 commenti:

  1. Dopo il terremoto di Giovanna cercherò di "ricostruire" qualcosa con gli scariolanti.
    Al tramonto del Medioevo,Ravenna, risorge nella guerra "contro" le acque. La faticosa e travagliata opera di bonifica di questi luoghi attraversati da innumerevoli fiumi e costellato di paludi é ampiamente documentata a partire dal XIII secolo, ma trova le sue origini in tempi assai remoti. Chilometri e chilometri di arginature e protezioni per le acque, nascono da lavori faticosissimi, stenti e tribolazioni, di centinaia di operai braccianti che spingevano le loro carriole contenenti non più di due paletti di terra per volta.Seicento anni di duro lavoro, segnati dalla falcidie della malaria, da notti insonni e tristi periodi lontani da casa, hanno cambiato l'intero territorio. Migliaia di etteri di paludi sono stati bonificati, creando terre nuove nella Bassa Romagna, nel Polesine e nella pianura fra Ferrara e Bologna. Nella seconda metà del XIX secolo, questi lavori volgono al termine: su questa gente che da generazioni non aveva che trasportato terra, incombe lo spettro della disoccupazione. La condizione degli scariolanti é aggravata dalla crisi economica e dall'abbandono delle campagne da parte di moltissimi figli di mezzadri, che s'inurbano, aumentando la schiera degli operai giornalieri. In quel clima nasce a Ravenna la prima cooperativa di lavoro della storia italiana. Per volontà di Nullo Baldini trentadue scariolanti e badilanti danno vita, in una casa nel Borgo San Rocco, la sera dell'otto Aprile 1833, all'Associazione Generale degli Operai Braccianti del Comune di Ravenna. Di lì a poco le cooperative crescono di numero, si diversificano nei vari settori e, nel 1902, viene fondata la Federazione delle Cooperative presieduta dallo stesso Nullo Baldini. Da un'altra zona d'Italia giunge una richiesta di manodopera "specializzata". Il 24 Novembre 1884, 500 braccianti romagnoli dell'Associazione Generale partono da Ravenna diretti ad Ostia al fine di bonificare le paludi e le malsane terre dell'Agro Romano, Maccarese, Isola Sacra e Campo Salino alle foce del Tevere. Oggi queste terre, ove risuonava il cigolio delle carriole, sono coltivate ed abitate dagli eredi degli scariolanti ravennati. Ostia é tuttora custode di un nucleo di abitanti che coltiva ancora costumi, consuetudini e l'amore per la Romagna e il suo dialetto.

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    1. Come avrebbe fatto il Baldini, la sera dell'otto Aprile 1833, a far riunire i 32 scariolanti dal momento che non era ancora nato e nascerà solo nel 1862?

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  2. Ho letto, in una commedia dialettale ravennate, che Nullo Baldini fu eletto al parlamento come deputato del Partito Socialista nel periodo 1919-1924 e che per questo, trascurando gli interessi del sindacato, si alienò non poco la stima dei cooperanti-scariolanti che lo "scaricarono" politicamente. Relata, refero, sempre che una commedia sia una fonte attendibile

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  3. ANDATE SU GOOGLE L'ALBERO DEL CANTO-CHI SIAMO ED ASCOLTATE LA BELLISSIMA CANTA

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  4. .....gli scariolanti belli
    son tutti ingannator,
    ch'hanno ingannà la bionda
    con un bacin d'amor.

    Volta, rivolta....
    ecc.....

    E' uno dei canti più struggenti e carichi di storia della Romagna bracciantile dell'Ottocento !

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  5. "A mezzanotte in punto si sente un gran rumor: sono i scariolanti che vanno a lavorar"

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