martedì 4 maggio 2010
I lavori di Maggio.
In maggio, nella campagna di una volta, cominciavano i grandi lavori.
Si zappava e rincalzava il granoturco,si toglievano le erbacce tra le barbabietole , si eliminavano i papaveri e le erbe infestanti tra il grano e si sarchiava la terra tra le varie colture e nell’orto .
Per qualcuno era anche il mese nel quale piantare un nuovo canneto , indispensabile un tempo in ogni podere per fornire canne per recinzioni ,per sostenere le viti,i pomodori,piselli ecc.
Poi bisognava incominciare a dare il solfato di rame alle viti: lo facevano gli uomini con le pompe a mano ,mentre alle donne toccava andare avanti e indietro lungo le “piantate” portando l’acqua solfata con i recipienti sulle spalle.
Spesso tutto il lavoro veniva vanificato perché si metteva a piovere e allora bisognava rifare tutto , perché se le viti si ammalavano erano grossi guai e non si poteva correre questo rischio.
In maggio ,per le donne, fino alla seconda guerra mondiale, il lavoro più impegnativo era l’allevamento dei bachi da seta : un mese e mezzo di costante cura e nutrizione che per fortuna, se non sopravvenivano malattie, dava un reddito aggiuntivo più che discreto.
Ai primi di maggio, inoltre ,si faceva il primo taglio del fieno , che, per lungo tempo ,è stato fatto a mano con “e’fèr“, la grande falce fienaia dal lungo manico di legno.
Nei giorni precedenti, si era già provveduto a “fare il taglio “ alle falci , battendole con il martello su una incudine infilata in un ceppo di legno e infine passando sulla lama la pietra affilatrice.
In questo modo le falci ben manovrate assicuravano un taglio perfetto ,il lavoro filava svelto e i più giovani facevano a gara a chi arrivava prima alla fine del campo.
Un giorno o due dopo, il fieno seccato era pronto per essere rivoltato con le forche ,il sole poi completava l’essicatura e ,dopo essere stato ammucchiato, veniva caricato sul carro e portato a casa al sicuro dalla pioggia.
Quando ero piccola io, il taglio del fieno nei campi si faceva già a macchina, ma ricordo molto bene che il mio nonno , per tagliare l’erba che serviva ai conigli , usava la grande falce a mano e mi piaceva molto guardarlo mentre a piccoli colpi precisi, batteva la lama col martello per affilarla , seduto sotto una spalliera di peri a lato della casa.
In maggio, infine, il grano ha già la spiga formata e ,secondo un proverbio , meglio che non piova ,perché” maz sòtt grèn par tòt” (maggio asciutto ,grano per tutti), mentre qualcuno dice anche “ maz sòtt, ma non tòt” (maggio asciutto, ma non tutto).
G.
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