lunedì 17 ottobre 2011
La caccia.
Una volta i contadini erano in buona parte cacciatori, e non certo per passatempo, ma per interesse: la maggior parte di cacciagione, infatti, veniva venduta per acquistare altri prodotti e solo chi aveva buone possibilità economiche lasciava gli uccelletti nella cucina di casa.
A caccia vi andavano la mattina presto,col cane o senza ,ognuno aveva i suoi posti dove sperava di trovare dei volatili, oppure costruivano un capanno di frasche nei pressi di boschetti di querce e lì aspettavano pazientemente …
Sparavano ai passeri ,ai franzoni,ai tordi, alle beccacce…a tutti quelli che passavano ;in certe mattine buone ne facevano delle belle “ruzèdi”, cioè delle lunghe filze , che poi vendevano alle osterie , tranne qualcuno da portare a casa .
La vendita degli uccelli era un buon ricavo durante i mesi invernali , quando non c’erano prodotti da vendere di altro genere , e c’era un mercato vivacissimo di selvaggina, perché anche chi non andava a caccia non voleva rinunciare al suo tegame di uccelletti.
Ricetta contadina degli uccelletti al tegame.
Spennare bene e pulire gli uccelletti delle interiora e al posto di queste mettere una foglia di salvia.
Disporli in un tegame preferibilmente di coccio con un po’ d’olio, sale, pepe,e un po’ d’acqua.
Rosolare girandoli spesso e verso fine cottura aggiungere un mezzo bicchiere di vino bianco da far evaporare.
Vanno serviti ben rosolati e una volta si mangiavano afferrandoli per il becco e solo quello doveva rimanere.
Per alcuni addirittura era un sacrilegio sviscerarli ….infatti i vecchi capannisti e tutti i buongustai di un tempo si sarebbero scandalizzati di fronte ad uccelletti “privati delle interiora”, perché molti di loro cuocevano allo spiedo anche i tordi interi!
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