giovedì 1 dicembre 2011
Dicembre gelato non va disprezzato.
In dicembre i contadini ormai facevano scarsi lavori nei campi per via del cattivo tempo e passavano molte ore nelle tiepide stalle ,mentre gli anziani guardavano il cielo trovando qualche segno che presagisse pioggia o neve.
Se si annuvolava sopra la brina, per esempio,dicevano che era segno di pioggia: quand ch’è u s’anòvla sora la bròina, e piòv ninz che sia matòina.
Anche la Luna dicembrina era foriera di pioggia, come dice quest’altro proverbio: La Lòna ad dizembar quand che la vnirà,piò bagnèda che sòta la sarà.
Ma “dicembre gelato non va disprezzato” perché il freddo fa bene alla campagna e poi ci si può consolare con il detto: “dicembre ogni cosa-fa sacra e preziosa”.
Infatti dicembre conduce al Natale ,passando per feste di Santi e ricorrenze varie che sono elencate in questa vecchia filastrocca che Livio Carloni data al 1946.
Il quattro Santa Barbara beata,
il sei San Nicolò che vien per via,
il sette Sant’Ambrogio di Milano
e l’otto Concezion Santa Maria;
il dodici convien che digiuniamo,
il tredici ne vien santa Lucia,
il ventun San Tomè: la Chiesa canta
il venticinque abbiam la Festa Santa.
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