“Non c’è Sabato Santo al mondo,che il cerchio della luna non sia tondo.”
La Pasqua cade sempre la domenica successiva al plenilunio di primavera: quest’anno cade il 4 aprile e il plenilunio è stato il 30 marzo. E’ una delle feste “mobili” del calendario liturgico, insieme all’Ascensione e alla Pentecoste.
La Pasqua viene chiamata bassa quando cade in marzo, media nei primi 15 gg. di aprile e alta fino al 25 aprile.
Un altro detto recita: “ l’olivo benedetto vuol trovare pulito e netto”. Infatti , nella campagna le case e i campi dovevano essere puliti e svecchiati : erano le cosiddette pulizie di Pasqua dopo il lungo e fumoso inverno ,così come i cristiani dovevano purificarsi durante la Quaresima per accogliere degnamente il Cristo.
Molte e varie sono le tradizioni della Settimana Santa,: la legatura delle campane; il lungo digiuno, per i più bigotti, fino al pranzo del sabato santo;la benedizione dell’olio santo per il battesimo, nella messa del giovedi ;gli spari con i fucili e i petardi il venerdì per “uccidere Barabba “; la benedizione delle uova per il pranzo di Pasqua….
La mia nonna, e tante donne del suo tempo, il sabato Santo seminava legumi e ortaggi nell’orto e anche diversi tipi di fiori ,perché sarebbero cresciuti senza malattie.
Una tradizione che ha origini molto antiche è legata all’usanza della “gnacra”: questo è uno strumento che nei giorni in cui le campane erano legate, serviva a scandire le ore dell’inizio delle messe . Era di legno duro, squadrato, con un’impugnatura e due batacchi di metallo che rimbalzando sul legno producevano un suono forte e ritmico che nel silenzio dei borghi e della campagna di una volta si sentiva da lontano, chiamando i fedeli alle funzioni.
Mio marito stesso, da ragazzo, veniva mandato a questo compito dall’allora parroco del nostro paese, e a S. Mauro questa usanza si è mantenuta fino alla fine degli anni “50, quando ormai si era smessa in tutto il circondario.
La nostra gnacra purtroppo è andata perduta o rubata, mentre una molto bella sembra che l’abbiano ancora nella Chiesa di Castelvecchio.
Buona Pasqua.
Giovanna.
La Giovanna, come sempre, é precisa e puntuale con i suoi interventi. Volevo solo fare una piccola aggiunta per quanto riguarda la vostra "gnacra". Ho consultato un vocabolarietto, credo di fine '800, di osimano-italiano e, non ce ne era bisogno perchè in questo caso la memoria non mi falla,ho trovato la voce "battistangula " ovvero "battistangola". Dicesi tavoletta di legno avente sulle due facce dei ferri snodati, e che - agitata con frequenza - sostituisce il suono delle campane durante la sttimana santa. Come si vede l'usanza é identica . Ma c'é di più. Nella processwione del Venerdì Santo, cerimonia tuttora vigente, quando si porta in giro per tutto il paese (Osimo in questo caso)il Cristo Morto, gli incappuciati, perlo meno due o tre agitano la battistangola e il suo suono decisamente lugubre contribuisce a creare un'atmosfera alquanto drammatica, anche perchè tutte le luci della città vengono spente e l'illuminazione é assicurata dagli incappucciati dotati di una torcia.Ho letto nel portale del Comune di Jesi che il Sindaco ha preso l'iniziativa in accordo con il Parroco di istituire "La Pasqua suonata" che prevede due fasi, la prima, quella di far realizzare dai bambini delle Scuole Elementari e Medie delle battistangole, la seconda, prima che il Parroco liberi le campane, di far suonare questo rudimentale strumento nella piazza antistante la Chiesa. E' per non perdere uno degli aspetti di cultura materiale legata alle antiche tradizioni. Ciao.
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