La Romagna, come la gran parte del nostro Paese, è da sempre terra soggetta a terremoti, più o meno violenti, e se ne sono registrati diversi fin dalle cronache più antiche, tra i quali quelli rovinosi degli anni 1661, 1672 e 1688.
Nel 1724 iniziò una serie di scosse leggere ma insistenti che si prolungarono per ben due anni senza tregua, che causarono grande paura e smarrimento nella popolazione.
Un altro grave sisma colpì la nostra zona il giorno di Natale del 1786, che causò anche un certo numero di morti oltre a notevoli danni materiali.
Scosse e danni si ebbero in seguito il 16 e 17 ottobre del 1861 nel forlivese e nel ravennate,e poi nel 1875, con rovine a campanili e palazzi.
Fino ad arrivare al 17 maggio 1916, quando il territorio romagnolo subì la prima forte scossa tellurica di un movimento sismico che continuò con varia intensità fino a dicembre dello stesso anno e si manifestò anche il 16 giugno e con più violenza il 16 agosto.
Le città più danneggiate dalle varie riprese del sisma furono Rimini e Riccione: la prima ebbe 4 morti e una sessantina di feriti, la seconda 15 morti.
A Rimini dovettero essere demoliti più di 600 degli oltre 1000 edifici danneggiati e danni gravissimi subirono molte chiese e il Teatro V. Emanuele.
Il terremoto causò danni anche in diversi paesi delle Marche, sebbene di non grande entità e nel cesenate e nel forlivese fino a Sarsina.
A Santarcangelo e a Savignano la gran parte delle abitazioni subì danni e lesioni anche gravi e molti campanili rovinarono ,come quello di Gatteo.
A causa della guerra , l’esercito non potè aiutare la popolazione ,che venne soccorsa dal Genio Civile e grandi furono i disagi per i senzatetto ,alcuni dei quali,a Rimini,trovarono rifugio perfino nei casotti degli stabilimenti balneari.
G.
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