Dopo nove mesi di tentennamenti, l’Italia rinuncia alla neutralità e si getta nella mischia . Allo scoccare della mezzanotte del 23 maggio 1915, il governo Italiano scende in guerra contro Austria e Germania,e già i muri di paesi e città sono via via tappezzati di manifesti gialli che ordinavano alla mobilitazione generale.
Venivano chiamati alle armi gli appartenenti a 21 classi di leva: dai nati del 1876 a quelli del 1896.
Molte di queste classi dovevano già partire in mattinata.
In Romagna,all’alba del 24 maggio,lunedì di Pentecoste , una prima formidabile detonazione fu avvertita in tutto l’entroterra riminese e oltre, verso Cesena, e fece tremare i vetri alle finestre nei paesi,destando tutti di soprassalto.
Alla prima ne seguì una seconda e altre in sequenza: un incrociatore austriaco aveva cominciato la sua guerra contro di noi bombardando il porto di Rimini, mentre altri episodi simili erano avvenuti in altre città costiere dell’Adriatico.
Dopo appena tre settimane di guerra,però, l’ottimismo degli interventisti , che avevano inneggiato al “maggio radioso” comincia ad afflosciarsi .
L’Italia avrebbe sofferto la guerra per lunghi, interminabili quarantuno mesi, dopodiché si sarebbero contati 700.000 soldati morti e un milione e mezzo di feriti , molti dei quali sarebbero rimasti inabili per sempre.
La guerra inoltre aveva creato molti malumori nella società contadina,da dove proveniva la maggior parte dei militari:in pratica lo scontro contadino-soldato,e operaio-imboscato, derivava dal fatto che la paga media di un lavoratore dell’industria era di sette lire al giorno, mentre quella di un fante era di appena novanta centesimi.
Chi combatteva rischiando la vita veniva pagato meno di una lira al giorno e a casa erano le donne e i vecchi a mandare avanti la campagna e a patire fame e sacrifici.
Il costo della guerra superò di cento volte quello preventivato,e lasciò l’Italia stremata.
Con l’armistizio del 4 novembre 1918 si mette fine alla guerra ma rimane aperto il fronte interno : un paio di scarpe dalle 15 lire del 1915 ora ne costa il doppio;il pane è aumentato di 15 centesimi, la carne di 6 lire e mezzo, la disoccupazione va crescendo spaventosamente e i salari sono rimasti al palo .
Agitazioni,scioperi e un ventennio di dittatura sono già nell’aria……
G.
Buongiorno Giovanna. Hai scritto proprio quello che cercavo. La mia domanda su Google era "quanto costava un paio di scarpe nel 1915?" Mi faresti la gentilezza di farmi sapere il titolo del volume da cui citi? Grazie in anticipo. Paul
RispondiElimina