mercoledì 28 luglio 2010
I mulini di Poggio Berni
Da pochi giorni,sulla Home Page del comune di Poggio Berni, spicca il richiamo al nostro Blog “ Lacampagnappenaieri “, un fatto che ha reso felice Grazia e tutti noi ,e per sdebitarci vogliamo raccontare a chi non lo sapesse, come questa comunità poggiobernese coltivi la memoria della sua gente e del suo territorio in tutti i suoi molteplici aspetti.
Una cosa che mi ha incuriosito leggendo la storia di Poggio Berni è la presenza sul territorio di cinque antichi palazzi appartenuti , nel tempo,ad importanti casate, e di altrettanti cinque antichi mulini, registrati già in un documento del 1588 e rimasti attivi , chi più chi meno ,fino a pochi decenni fa.
L’Amministrazione Comunale di Poggio Berni ha posto i mulini al centro delle proprie iniziative per la valorizzazione dei beni culturali della propria comunità.
I cinque mulini ad acqua di Poggio Berni , come tutti i 165 della Valmarecchia ,non rispecchiano però l’immagine classica del mulino con la grande ruota verticale che pesca nel fiume,ma sono del tipo semplice a ruota orizzontale a cucchiai,collegata con l’albero di trasmissione che fa’ girare le macine.
I mulini di Poggio Berni sono: il mulino Pantano o Sapigni ,non funzionante dal 1944 e privo di impianto molitorio; il mulino delle Pere o Ronci, ancora con impianti molitori funzionanti ma che ha cessato l’attività nella seconda metà degli anni ’90; il mulino della Gualchiera o Molinella,oggi abbandonato e privo di impianti molitori ; il mulino Sapignoli ,integro nella struttura architettonica ma con impianti non più funzionanti che ha cessato l’attività nei primi anni’80; il mulino Moroni, che ha conservato intatto l’impianto molitorio anche se non più utilizzato dagli anni ’50.
Gli ultimi due mulini sono visitabili : il mulino Sapignoli mostra un porticato a cavallo della fossa che lo rende uno degli esempi migliori di tutti quelli della Valmarecchia ; il mulino Moroni, acquistato dal comune per allestirvi il museo della Molinologia , ha conservato intatto l’impianto molitorio con tre coppie di macine, 1 da grano, 1 da mais, 1 per biade ed è veramente bello da vedere.
Tutti i mulini,in ogni tempo, sono stati sia luogo di lavoro che luogo d’incontro e di aggregazione, se non addirittura "focolai del vizio" secondo lo storico Le Goff, per commercianti e contadini che portavano i loro prodotti a macinare ,i quali a volte dovevano attendere anche alcuni giorni e accamparsi in ozio sotto porticati e capanni di fortuna.
L’antica tecnica della macinazione è rimasta inalterata per lunghissimo tempo, le macine giravano giorno e notte tra polvere e rumore e solo la mancanza di acqua durante certi periodi estivi secchi, interrompeva l’attività e in alcune antiche cronache comunali si legge addirittura di carestie per mancanza di farina appunto a causa della siccità.
Chi vuolesse saperne di più, può leggere il bel libro “I mulini della Valmarecchia” di Luca Morganti e Mirco Semprini, dal quale ho tratto queste notizie e che illustra con schede e foto tutti i 165 mulini censiti della zona di bacino del Marecchia.
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Mi rendo conto non sia agevole e congruo inserirmi come commento, che commento non é, in questo articolo della bravissima Giò, ma nella rubrica di "lettere e commenti" di oggi 28 luglio del quotidiano "La Stampa" c'é un articolo di un docente del Politecnico di Torino, tale Juan Carlos De Martin, che mi ha preoccupato dal momento che il titolo é : LA LEGGE CHE ZITTIRA' I BLOGGER. In parole povere e riassumendo, il comma 29 dell'articolo 1 del decreto sulle intercettazioni in discussione in questi giorni alla Camera, estende a tutti i gestori di siti informatici l'obbligo di rettifica previsto dalla legge sulla stampa: qualora non si dia seguito entro 48 ore ad una richiesta di rettifica, si é soggetti ad una sanzione fino a 12000 e 500 euro. La proposta é infondata nelle motivazioni e potenzialmente molto nociva negli effetti. E' quindi davvero singolare quanto sta accadendo in parlamento. Oppure no. Il web ha infatti radicalmente decentralizzato la produzione di messaggi, col risultato che il controllo sulle informazioni che giungono ai cittadini si sta indebolendo ogni giorno di più. Ciò per alcuni é evidentemente un problema. Per tutti gli altri, però, é una conquista da migliorare ed estendere.
RispondiEliminaPS. Secondo le statistiche più recenti 1,8 miliardi di persone hanno accesso ad INTERNET!
Caspita, Franco! E noi che abbiamo appena cominciato a prenderci gusto....cosa dici? I nostri argomenti mi sa che non faranno dispiacere a nessuno, no?
RispondiEliminaAl massimo rettifichiamo subito, eccheccevò !
Mah....tutta questa paura delle parole,quandoc'è ben altro in giro....e che giro...!
No,noi non abbiamo paura, a parte quello che dici tu circa i fior di galantuomini dello squallido panorama politico che ci circonda, non abbiamo paura perchè facciamo cultura allo stato puro, in qualsiasi campo, particolarmente in quello delle tradizioni e nella fattispecie di quelle della campagna di una volta. Detto questo, la libertà di parola e del suo gemello, la libertà di informazione, é una aspirazione antica quanto la Grecia e che con l'Illuminismo diventa diritto. Dopo di ciò basta non calunniare, non diffamare, ecc.,la legge vale online esattamente come altrove. Per cui...buon lavoro, ma soprattutto buon divertimento che é quel che conta, come passare una serata con gli amici, davanti ad un piatto di tagliatelle e una bottiglia di Sangiovese.
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