martedì 7 giugno 2011

il grillo canterino...


Già dalla tarda primavera, nelle campagne di Romagna erano molti questi animaletti che al fresco serale facevano sentire il loro “cri-cri” squillante che durava fino a notte fonda e a volte fino all’alba.
Nel mese di maggio, nei campi dopo il taglio del primo fieno,o sulle carraie ,o sulle rive dei fossi, dove il terreno restava non lavorato, i grilli facevano le loro tane a volte anche profonde.
"E’ grèl marièn", il grillo mariano, forse chiamato così per via che cominciava a cantare nel mese dedicato a Maria,a volte si riusciva a vederlo quando usciva dalla tana e vi rientrava al minimo rumore.
Molti li catturavano per tenerli in gabbia e regalarli ai bambini ,che si divertivano a sentire il loro “cri-cri”così vicino.
Chi era un buon scrutatore, poco prima che calasse il sole, nel fresco della sera , si metteva in orecchio a seguine il canto ,e piano piano silenziosamente,si avvicinava cercando il nascondiglio, spesso costruito sotto un cespo di foglie.
Poi la mattina o durante il giorno , quando il grillo dormiva,prendevano una bottiglia d’acqua e la spruzzavano nel cunicolo ,in modo che il povero insetto era costretto ad uscire insonnolito e bagnato .
Allora lo acchiappavano velocemente e lo chiudevano nella gabbietta di cinque centimetri per cinque,alta dieci, fatta di fil di ferro o rametti di erba , con dentro una foglia di insalata.
I grilli prigionieri però venivano quasi sempre liberati dopo pochi giorni, perché altrimenti potevano morire e sarebbe stata una disgrazia, dato che per molte famiglie romagnole guai a uccidere un grillo in casa o anche solo scacciarlo: infatti un tempo era presagio di grande fortuna se un grillo entrava a cantare nelle loro abitazioni.

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