mercoledì 13 luglio 2011

Antichi mestieri: il cordaio.



Un tempo, quasi in ogni paese del nostro circondario,vi era uno o più fabbricanti di corde, mestiere che a San Mauro è sopravvissuto fin dopo la seconda guerra mondiale.
Le nostre erano terre in cui di coltivava molta canapa, e perciò la materia prima era a portata di mano.
La fibra più grezza,ricavata dalla “pettinatura” dei fasci di canapa,era usata appunto per realizzare le funi, operazione che richiedeva pochi attrezzi rudimentali e uno spazio all’aperto in cui lavorare.
Nel mondo contadino si lavoravano le corde per uso familiare, ma il lavoro del cordaio era un vero e proprio mestiere, tanto che a san Mauro ve ne erano addirittura tre, a fare questo lavoro.
Il procedimento per fabbricare le corde consisteva in poche operazioni di base.
Dapprima bisognava realizzare singole cordicelle : una persona cominciava a legare a una ruota le filacce di un mazzo di fibre grezze e mentre indietreggiava,un’altra girava la manovella in modo che le filacce arrotolandosi prendevano la forma cordicella.
Successivamente ,diverse di queste cordicelle , generalmente tre,venivano unite ad un robusto gancio girevole e si ripeteva il procedimento, usando una ruota più robusta, per ottenere la torcitura e la formazione delle corde, alcune anche molto lunghe e di grande spessore.
Una volta intrecciate e fermate, le corde venivano spesso ammorbidite con del grasso di maiale e poi avvolte in rotoli o matasse.
Il cordaio aveva una sua bottega dove vendeva spaghi, corde e altri attrezzi,ma era uno di quei lavori che si faceva all’aperto, lungo una strada o un campo oppure lungo l’argine dei fiumi, in quanto occorreva molto spazio in lunghezza e un luogo sterrato dove conficcare le forche che servivano a sostenere le corde da terra e tenerle ben tese, in modo che non si formassero irregolarità non volute.

3 commenti:

  1. Almeno di queste corde fatte a mano ne ho rimasta una originale.

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  2. Da bambino, ogni pomeriggio, buono o cattivo fosse il tempo, mio nonno mi portava a spasso ed il giro attorno al Paese era più o meno sempre il medesimo, cioè la passeggiata attorno alle mura, un tre chilometri circa. Il punto fisso dove si sostava era proprio dove c'erano i "cordari", i fabbricanti di corde appunto, mestiere assai diffuso al mio paese almeno sino agli anni cinquanta. Le corde servivano non solo per la campagna-le guide per i buoi e per i cavalli erano di questo materiale- ma anche per la marina che il Porto, come chiamavamo Portorecanati é vicino e allora c'erano tante barche da pesca. Mio nonno mi spiegava come si fabbricavano le corde, sempre rigorosamente all'aperto, in strada che doveva essere diritta dal momento che le corde si dovevano rigorosamente intrecciare tra due pali che le sottendevano, distanti uno dall'altro una decina di metri. Il materiale con cui si fabbricavano era la canapa,con il cascame,la parte meno nobile della canapa, e alle corde grosse gli dicevano il "canapò" che sarebbe il grosso cavo con cui si rimettevano le barche mediante l'argano, e le barche, essendo pesanti, i cavi dovevano essere resistenti come l'acciaio. Adesso le corde penso vengano dalla Cina e magari sono...di carta, almeno quelle che si adoperano per impagliare le sedie.

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