venerdì 3 settembre 2010

Caveja della campagna imolese




L'immagine l'ha spedita Franco che ha assicurato che ne farà o ne ha già fatto, oggetto di commento. Speriamo bene

2 commenti:

  1. La caveja non aveva solo implicazione pratica,ma anche, almeno così racconta la tradizione, ed é credibile,quella di tenere sveglio il conducente, non tanto nel caso del contadino che, anche se lavorava di notte, era sicuramente sveglio, quanto il birrocciaio che col mulo o col cavallo faceva lunghi percorsi anche notturni, con la lanterna sotto il carro, magari da Perticara fino alla stazione di Cesena dove scaricava lo zolfo, oppure dal fiume Marecchia dove aveva caricato la ghiaia che avrebbe dovuto portare per molti chilometri ad un frantoio lontano. La caveja con il suo tintinnio doveva tenere svegli. Diverso é il discorso della caveja "agricola" se é consentito chiamarla così. La tradizione dice che quanto più grosso fosse il podere tanti più anelli aveva la caveja; almeno così mi han detto. Quella di cui la Grazia ha pubblicato la foto, che é di sua proprietà, non ha fregi ma ha sei anelli, tre per parte e vi assicuro che a scuoterla fa un bel...baccano, scusate, suono.Viene dalla zona di Imola.

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  2. Molto bella la caveja di Grazia, anche senza fregi è notevole....
    La caveja bella, quella con i fregi e le anelle era comunque un oggetto che non tutti i contadini si potevano permettere, nemmeno la metà delle famiglie coloniche l'aveva e si dovevano accontentare di caveje semplici e povere.
    Infatti quelle belle erano molto costose e si può capire anche dal fatto che per fabbricarne una a un buon artigiano occorreva anche un mese di lavoro.

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