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Il primo giorno di maggio i contadini un tempo si alzavano presto e andavano a tagliare alcuni rami dalle piante vicino casa: olmo, pioppo, gelso,faggio.... preferivano però il pioppo; i ramoscelli li mettevano alle finestre con inferriate a piano terra , nelle lunette delle porte di cucina e delle stalle e li tenevano tutto il mese, era il loro rimedio tradizionale per scacciare le formiche dalle case.
Anche nelle piazze di molti paesi una volta si “piantava il Maggio”, cioè si alzava un pioppo adorno di nastri , forse il residuo di antichi riti propiziatori della fecondità ,che avevano come protagonista l’”Albero della Vita”.Fino a qualche decennio fa in Romagna "la piòpa" del primo maggio aveva in cima un drappo rosso e nel pomeriggio di questo giorno c'erano cortei di carri agricoli e molti uomini portavano all'occhiello un garofano rosso....così si onorava la "Festa del Lavoro".
In molte località anticamente si tenevano le ormai dimenticate feste di Calendimaggio, durante le quali nella notte fra il 30 aprile e il primo maggio gruppi di canterini e suonatori giravano da un angolo all’altro delle campagne e dei paesi cantando serenate e stornelli.
In molte zone della Romagna in questo giorno alle belle ragazze, i pretendenti e i fidanzati erano soliti regalare“Il Maggio”, cioè portavano in regalo rami fioriti di biancospino, mentre a quelle vanitose e incontentabili disegnavano delle civette sulle porte o sul marciapiede davanti casa.
Invece ai bambini, una volta a scuola si insegnava una canzoncina che dice:
“Sulla cima di quel faggio
canta canta il cardellino,
con quel canto tenerino
par che dica:” Venga Maggio!”
sulla cima di quel faggio....