Amici del G.G.Blog, come vi ha già raccontato Giovanna, che é pure lei esperta folclorista, Gennaio finisce ed apre a Febbraio con "i giorni della Merla", di cui per qualche anno ne parlava sempre alla TV Emilio Fede che, senza contattarci, faceva l'errore di spostare i giorni alla prima metà di Gennaio.
Anche sulla Candelora andate a leggere quel che dice Giovanna con i suoi proverbi, a cui ne aggiungo uno leggermente diverso e di derivazione veneta (ma in italiano) :" Il giorno della Candelora/ dall'inverno siamo fuori/ ma se piove e tira vento/ nell'inverno siamo dentro/". Come ha scritto Giovanna quel giorno dalle Chiese si portavano a casa le candele benedette da conservarsi e poi accendere quando qualche familiare, durante l'Anno avesse avuto problemi di salute.
Alla Madonna si fa festa anche due giorni dopo, cioè il quattro, ma solo a Forlì ed a Faenza, per la Madonna del Fuoco, poichè in queste due Città, essendosi bruciata la Cattedrale per un grande incendio, vi era rimasta perfettamente intatta solo un'importante immagine della Madonna.
Salve a tutti,
RispondiEliminaFebbraietto, corto e maledetto, dice il proverbio...e se il tempo continua così anche febbraio avrà la sua parte di freddo.
Come scrive Grazia, dopo la Madonna Candelora, il 4 , è la festa della Madonna del Fuoco.
Questa festa un tempo era molto sentita anche qui a S. Mauro : la Madonna del Fuoco venne scelta come protettrice del loro lavoro e delle loro mercanzie dai canapini, molto numerosi in paese.
Prova di questa devozione è stata trovata in un documento del 1790, nel quale otto canapini giurano di tassarsi per porre in Chiesa una immagine della Vergine del Fuoco e di solennizzare la festa con il maggior decoro possibile.
Divenne per molto tempo festa patronale e il culto e la devozione fu celebrato fino alla vigilia della seconda guerra mondiale.
I vecchi raccontano che la sera prima della festa, si facevano grandi fuochiper invocare protezione e scongiurare gli incendi di case e raccolti e gli uomini sparavano con i fucili per rompere il silenzio e badavano bene di fare i botti dispari,per non fare "le corna alla Madonna "che magari si poteva arrabbiare.....
Religione e superstizione, in fondo , sono alla base di tante tradizioni popolari.
Un caro saluto. Giovanna.
Un piccolo modesto contributo riguardo al Carnevale...
RispondiEliminaCi possono essere due riferimenti alla parola Carnevale: “carnem levare” preannucia la Quaresima col relativo digiuno, ma può essere anche Carnevale “carni levamen” sollievo per la carne, libertà concessa agli istinti prima della purificazione che avviene con le “ceneri”.
Ciò burdell, ‘ste Carneveal
RispondiEliminaAm’la vegh che sta molt meal,
quel cus’epa me a ne so
oramai u’nin po’ piò!
A l’ho vest din’tal ganass
L’era fresch l’è guinte pass
L’ha una zira c’fa paura
Me ai’ho fed propi c’us mura!
Cossa pol mo’ rèss zuzest
D’andea da meal acsè tant prest???
Ai’ho sintì una ciacareada
Cl’epa fatt una magneada
Gnentemeno, ‘stè birbò,
quatar chilo d’macarò,
quatar fiaschi l’ha vutea
d’ven d’Albana int’e magnea;
dop che quest l’ha avù finì
un sinteva incora pì.
L’ha fatt fea tanti fartell
Pr’impiniss mei al budell
L’ha magnea de’ fegat frett,
una capa d’ov d’caplett,
quatar french d’zuzesa mata,
un tachèn int’la pignata
e di frett e d’insabe,
d’e cudghen e dla zuzessa
c’la ciapea una rimpinza.
S’un ariva a digerì
Cun cla panza a damigiana
Un va avati gnanc ‘na stmana!!!