domenica 28 febbraio 2010

Tra Febbraio e Marzo

Cari Amici Blog !!! Avete fatto caso al tempo l'altro ieri, ch'era venerdì? Ci si era alzati la mattina che c'era un solicello che invogliava. E,così,si era andati girellando senza cappello, cappotto, ombrello, "sicuri agli altri ed a se stessi amici" come scrive Montale in una sua poesia. E così, sempre montalianamente, senza curare le ombre, in questo caso del cielo,quando era proprio mezzogiorno, pronti ad uscir fuori per tornare a casa , ci si è presi tutti uno squassone, sgrullone d'acqua e vento che, chi l'ha preso tutto si è poi dovuto cambiare le vesti infradiciate, asciugarsi i capelli col phon, e poi rifarsi almeno con una buona aspirina. Ed il Blog, da di qui, anche se un po' dispiaciuto, però in sordina a ridacchiare dicendo che lui lo aveva pur detto, che se lui dice e noi non lo badiamo, non lo leggiamo, una bella infreddata è il meno che ci può capitare...e via di questo passo. Infatti, amici!, ce lo aveva precisato che tra il 26,27,28, i giorni de " la canucera", il tempo uno scherzetto lo avrebbe fatto, e qualche scroscione violento ed improvviso era il meno che poteva succedere, se tutti almeno avessero avuto l'ombrello, che,se no, avrebbero imparato per una prossima volta!
Domani sarà già ora di pensare a Marzo, che anche a lui piacciono i dispetti, da fare agli altri, però.
Intanto, prima di chiudere, un bel BATTIMANI, da parte di tutti , al nuovo collaboratore CARLO Clari, giuntoci con qualche piccola incertezza, ma ora già entusiasta di noi. Tanto per informare l'altro CARLO, quello d'Ancona,inseritosi da tempo, e tutti gli altri nostri blogghisti, LUI è un entusiasta di libri vecchi,se non proprio antichi, capace di individuarne, nei validi mercatini, di rari e validissimi. Dunque -- Ben arrivato -- tra il resto del gruppo -blog G and G-. GBM

1 commento:

  1. Come giustamente ci ha ricordato Grazia, la “canucèra”,di fine febbraio è stata proprio puntuale , giusto per ricordarci di non snobbare tanto le vecchie credenze dei nostri avi .
    Per loro la fine di febbraio significava non solo la fine dell’inverno, ma era anche un passaggio inteso quasi come l’ultimo atto dell’anno vecchio.
    Da adesso in poi si ricominciano i lavori nei campi , ci si alzerà all’alba e si lavorerà da “buio a buio”, fino alla fine dell’estate.
    Nel periodo invernale , invece, quando il brutto tempo non consentiva di lavorare nei campi,i contadini si industriavano in lavori di riparazione e costruzione di attrezzi per la casa e la campagna.
    In molte famiglie questi lavori si facevano anche la sera, nelle lunghe veglie nelle stalle.
    Costruivano cesti di varie misure , tra i quali i “gavagn”per raccogliere l’uva ,i “croin” cestoni ampi e profondi per trasportare fieno e erba e graticci per usi diversi.
    I materiali usati erano i vinchi , i rami sottili dei salici , e le canne comuni spaccate per il lungo che davano rigidezza e solidità ai manufatti.
    Si fabbricava inoltre un discreto numero di scope di saggina per la casa e quelle di ramaglia più rustiche per l’aia e la stalla.
    Dagli olmi tiravano su i rami per le forche da fieno a due-tre rebbi : li tagliavano dopo due o tre anni di vita , li scortecciavano e lisciavano per bene , ne scaldavano i rebbi nel forno del pane e li tiravano sotto un piolo di una scala stesa in terra per dare la caratteristica curvatura in su.
    Bisognava fare attenzione a non bruciare i rebbi e allo stesso tempo si dovevano scaldare bene ,altrimenti si spezzavano durante la piegatura , come spesso accadeva anche ai più abili.
    Erano tanti gli attrezzi che i contadini costruivano da sé : rastrelli , sgabelli , stie per polli e conigli , panche ,mensole , pali e picchetti per le colture , ogni famiglia cercava in questo modo di avere a disposizione utensili per la casa e per il lavoro al minor costo possibile .
    Le famiglie dove gli uomini erano più abili e industriosi erano avvantaggiate :compravano solo l’indispensabile al mercato e non dovevano ricorrere ad artigiani o falegnami, tanto più che i soldi erano pochi e i coloni a mezzadria a fine anno erano quasi sempre in debito col padrone.
    Saluti e a risentirci per marzo. G.

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